L’anemia sideropenica, cioè dovuta a carenza di ferro è molto più frequente nelle donne (sono dieci volte più soggette degli uomini). Negli ultimi decenni, l’alimentazione diventando più varia e più ricca, si credeva, che questa forma sarebbe definitivamente scomparsa. Invece ha ancora una prevalenza elevata, anche in coloro che seguono un regime alimentare vegetariano e nelle donne in età fertile.

Perché la donna è più soggetta ad anemia?

In età fertile (dai 15 ai 50 anni), la donna ha una costante perdita di ferro, attraverso il sangue, dovuta al ciclo mestruale. Indipendentemente dal tipo di flusso (se più abbondante o meno), l’organismo deve comunque ricostruire le sue scorte di ferro ogni mese. La mestruazione è pur sempre un evento fisiologico, cioè normale che deve avvenire, e di per sé non conduce a una sindrome anemica, semplicemente aumenta il fabbisogno di ferro nelle donne rispetto agli uomini. Sono invece più insidiose le piccole emorragie, nascoste ma continue, che possono essere dovute anche alla presenza di emorroidi interne, spesso causate, nelle donne, da stitichezza prolungata. Altri eventi, esclusivamente femminili, come la gravidanza, il parto e l’allattamento causano un gran dispendio di ferro e, quindi, richiedono un apporto maggiore di cibi ricchi di questo minerale o un’integrazione farmacologica.

Che esami fare per tenersi sotto controllo:

Il controllo periodico dei valori di emoglobina, con un normale esame del sangue (ematocrito), costituisce un buon mezzo per identificare eventuali carenze in stadio iniziale.

Quali i segnali di allarme:

Una modesta carenza di ferro si manifesta con sintomi come: pallore diffuso, stanchezza, debolezza, sonnolenza, vertigini, difficoltà di concentrazione, o eccessivo affaticamento nello svolgere attività fisica (il nostro sangue non sta trasportando abbastanza ossigeno perché l’emoglobina inizia a scarseggiare).

In quali cibi è contenuto il ferro:

Bisogna innanzitutto distinguere due tipi di ferro: quello organico (ferro-eme), necessario per la formazione dei globuli rossi, si trova nelle carni rosse e, in minor quantità, nel pesce, nelle carni bianche e nel rosso dell’ uovo, ed è quello che il nostro corpo riesce ad assorbire meglio dagli alimenti. Esiste anche il ferro inorganico (ferro non-eme), contenuto nei cereali e nei vegetali, che viene assorbito in minor quantità e deve poi essere trasformato nella forma organica, per poter essere utilizzato.

 

Piccoli trucchi dietetici:

Per “catturare” meglio il minerale contenuto nelle verdure è quello di associarle, nello stesso pasto, a cibi ricchi di vitamina C; ad esempio si può usare succo di limone per condire, o bere succo d’arancio a tavola. La vitamina C, infatti, incrementa del 50% l’assorbimento del ferro non-eme. Tè, caffè, bevande a base di caffeina e alcuni tipi di fibre (i fitati), invece, possono inibire l’assorbimento del ferro, quindi le donne non dovrebbero mai eccedere nel consumo di queste bevande. Durante la gravidanza, un eventuale stato anemico è pericoloso, perché responsabile di parto pre-termine e nascita di bambini sotto peso.

Il ruolo degli anticoncezionali

La pillola, infatti, oltre ad avere un effetto anticoncezionale riduce l’entità del flusso mestruale, quindi aiuta a disperdere meno ferro. Grazie a questo effetto secondario gli anticoncezionali orali sono anche utilizzati a scopo terapeutico nella menorragia (mestruazione eccessivamente abbondante o prolungata). In presenza di fattori di rischio cardiovascolare (fumo, ipertensione, diabete, obesità, elevati livelli ematici di colesterolo o trigliceridi) la terapia estro-progestinica è assolutamente controindicata.

E la spirale?

Per chi soffre di anemia, andrebbero sicuramente evitati i dispositivi intrauterini (la spirale) che possono causare piccole emorragie anche durante il ciclo mestruale e quindi peggiorare la situazione.

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