Quanti di voi, quando sono presi dall’ira si buttano sul cibo in maniera totalmente incontrollata? Direi la maggior parte. Quando siamo arrabbiati attaccarsi al cibo rimane la forma più semplice per placare questo stato d’animo.
Questa volta però intendo analizzare il legame esistente tra il cibo e l’umore, lo sapete che ci sono alimenti capaci di condizionare il nostro stato d’animo?
Iniziamo con lo studio dell’Università della California, che ha mostrato come i grassi trans sono in grado di aumentare l’irritabilità e il comportamento aggressivo.
Questo tipo di grassi è contenuto in molti alimenti prodotti dall’industria alimentare (durante il processo di idrogenazione che avviene a temperature e pressioni elevate), come merendine, farciture e glasse per torte, prodotti del fast food, alcuni insaccati come i wurstel, patatine e salatini.
Secondo i ricercatori, i grassi trans interferirebbero direttamente con il metabolismo dei grassi omega 3 e sulla loro produzione e, come ben si sa, i neuroni del cervello necessitano di questi grassi essenziali per renderci lucidi e intelligenti.
Una carenza di grassi omega 3 nella dieta è già stata associata in passato con forme depressive e di isolamento. Ricordo che il pesce azzurro come aringhe, sardine, alici o sgombro è ricco di omega 3. Ma procediamo, chi segue una dieta a ridotto contenuto di frutta, verdura e cereali sarebbe più depresso, perennemente triste, sofferente e diciamolo, più incazzoso. Il motivo è la presenza di fibre e amidi in questi cibi, capaci di incidere sulle concentrazioni di triptofano nel cervello, l’amminoacido antidepressivo per eccellenza precursore della serotonina.
La serotonina è il neurotrasmettitore responsabile di gioia, creatività, socievolezza e calma, quindi, togliere la pasta dalla propria dieta (pratica molto comune, ma sbagliata, per dimagrire facilmente) non è la giusta strada da percorrere se intendete vivere felici. Ma gli alimenti che più influiscono sul nostro umore e comportamento sono la carne e lo zucchero. Ora vi spiego perché con alcune nozioni di biochimica.
Il consumo di carne eleva i livelli di tirosina, un amminoacido precursore dei neurotrasmettitori dopamina e adrenalina, i responsabili dell’aggressività degli animali predatori per intenderci. Contrariamente, il consumo frequente e quotidiano di carne incide negativamente sui livelli di serotonina, che abbiamo descritto prima, generando così una condizione di rabbia, angoscia, violenza e propensione allo scontro. Un’altra causa di aggressività dovuta al consumo di troppa carne è la sottrazione del calcio e per lo zucchero anche della vitamina B, entrambi essenziali per un ottimo funzionamento del sistema nervoso.
La carne ha un rapporto calcio/fosforo di circa 1 a 50, è perciò l’eccesso di fosforo che piano piano conduce a un vero e proprio deficit di calcio nell’organismo, con conseguente instaurazione di irritabilità e aggressività. Biochimica a parte, sono molte le statistiche che osservano nei paesi più sviluppati un aumento tra il consumo di carne e una maggiore criminalità. In conclusione, non è mia intenzione creare del terrorismo, non sto demonizzando la carne che sia ben chiaro, la dieta mediterranea rimane il modello alimentare più sano da seguire perché si mangia di tutto ma con le giuste frequenze settimanali, senza mai eccedere.
Lascia un commento