E’ da 2 anni a questa parte che i pazienti impazzano per l’avocado e lo pretendono nella dieta, piuttosto sacrificano altri alimenti. Ma come si “ incastra ” nell’alimentazione quotidiana? Iniziamo con il dire che l’avocado è un frutto originario dell’America Centrale e ormai coltivato anche nel bacino del Mar Mediterraneo. In commercio troviamo soprattutto degli ibridi: la Fuerte varietà verde e piriforme, la Hass nera e ovale e la Nabai verde e sferica. Rispetto ai classici frutti, l’avocado non è ricco di zuccheri, bensì di grassi, come si evince dalla sua consistenza burrosa. I grassi rappresentano il 20% della sua composizione bromatologica, le proteine il 2%, gli zuccheri sono inferiori al 10% e l’acqua arriva anche all’80%. Contiene buoni livelli di potassio, calcio, vitamina A e quelle del gruppo B. In 100 grammi troviamo 200-250 calorie circa. Detto ciò, come si inserisce l’avocado in una corretta ed equilibrata alimentazione? 🙂

Sicuramente non deve essere un surplus, ma deve sostituire qualche altro alimento, ma quale? Sicuramente tutti quei cibi ricchi di grassi: formaggi (incluso il burro), dolci, olii, ecc…

Un singolo avocado con una parte edibile di 200 grammi arriva a fornirci 500 kcal circa e 40 grammi di grassi, non pochi, ecco perché in una dieta bilanciata (e magari ipocalorica) può essere inserito senza problema (e stress) ma senza intingerlo nell’olio, bensì sostituendolo !


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