Sulla base dei dati raccolti finora, i ricercatori concordano che non c’è il bisogno di escludere la soia e i suoi derivati dall’alimentazione delle donne operate al seno per un tumore. Quindi, il consiglio è questo: se gradite la soia potete consumarla come gli altri legumi (piselli, fagioli, ceci, lenticchie, fave, lupini, cicerchie) e quindi secca (la dose suggerita è di 50 grammi), fresca o surgelata (la dose suggerita è di 150 grammi). Inoltre, è possibile consumare giornalmente una porzione di derivati come latte e yogurt di soia. Attenzione invece ad altri prodotti a base di soia come i burger che vanno tanto di moda, spesso sono ricchi di grassi saturi, sale e contengono quantità minime di soia. Leggete sempre le etichette nutrizionali. Detto questo, mi chiedo come si devono comportare le donne non operate o non malate di tumore al seno. Devono includere la soia e i suoi derivati in quantità abnormi oppure possono limitarsi ad assuemere altri legumi come piselli, fagioli, ceci, ecc. decisamente più familiari e protagonisti della dieta mediterranea ? Ricordo che la soia contiene estrogeni vegetali, quindi molecole simil ormonali e, in una donna che già produce alti livelli di estrogeni, io la sconsiglierei immediatamente o cumunque le farei fare dei dosaggi ormonali specifici.

 

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