Esiste una dieta anti-cancro?

Non esiste una dieta specifica per combattere il tumore, l’importante è mantenere un’alimentazione sana ed equilibrata, che comprenda sempre carboidrati (pasta, pane, riso, farro, orzo, grano saraceno, ecc.), proteine (carne, pesce, uova, legumi), grassi (prediligendo quello extravergine di oliva), vitamine e minerali (verdura e frutta, alternando quella lessa a quella cruda). Non è per ciò consigliabile eliminare alcun nutriente dalla propria alimentazione, nemmeno i grassi, importanti per assorbire le vitamine liposolubili (A, D, E, K). Una dieta bilanciata soddisfa il fabbisogno calorico giornaliero dell’organismo, permette di mantenere il peso, preserva e rafforza le difese immunitarie e, infine, contribuisce ad aumentare le possibilità di sconfiggere il cancro. E’ necessario mantenersi sempre fisicamente attivi anche nel corso delle terapie oncologiche sempre dietro consiglio dell’oncologo o del team nutrizionista. Inoltre, non credete al discorso della “dieta acida” capace di causare il cancro, ciò che mangiamo non può influire sul livello di acidità dei tessuti di cui è composto il nostro corpo, e poi, il nostro organismo è intelligente abbastanza per regola da solo, nel perfetto funzionamento dei reni, il grado di acidità di cui necessita (si libera degli eccessi tramite l’urina). Questa teoria è quindi priva di ogni fondamento.


Ci sono cibi capaci di ridurre gli effetti indesiderati delle terapie antitumorali?

Non esistono cibi in grado di ridurre gli effetti collaterali delle terapie antitumorali, tuttavia un paziente ben nutrito li sopporta meglio rispetto a un paziente malnutrito che ha perso peso. Per questo motivo è fondamentale seguire un’alimentazione il più varia possibile con buon contenuto di frutta e vegetali freschi o piuttosto surgelati, ricchi di antiossidanti come flavonoidi e antocianine.


Attenzione all’uso degli integratori

Se l’alimentazione è sana e corretta, non serve ricorrere a integratori vitaminici e minerali perché tutti i micronutrienti necessari sono assunti con l’alimentazione. Viceversa, in alcune patologie come appunto il cancro, l’introduzione di vitamine con la dieta può non essere sufficiente a coprire i fabbisogni (anche a causa di un possibile malassorbimento intestinale) e può, quindi, rendersi necessario, per prevenire le carenze, l’uso di integratori vitaminici sotto controllo medico specialistico. Prestate però attenzione che durante terapie oncologiche, ci sono degli integratori ad azione antiossidante potrebbe interferire con l’efficacia di alcuni farmaci. Consultate sempre il vostro oncologo e nutrizionista.


Lo zucchero fa crescere i tumori?

E’ vero, i tumori utilizzano gli zuccheri crescere, ma nonostante ciò non esiste attualmente un’evidenza diretta che assumere alimenti dolci faccia venire il cancro. Semmai, cercate invece, per ridurre il rischio di ammalarsi, di mantenere bassi livelli ematici di insulina, l’ormone che il nostro organismo produce per consentire l’ingresso e l’utilizzazione dello zucchero nei tessuti. Livelli costantemente troppo alti di insulina in circolo favoriscono la produzione di un fattore di crescita (IGF-I) che stimola la crescita delle cellule in generale e di quelle neoplastiche in particolare. L’unica strategia per combattere gli elevati livelli di insulina nel sangue e l’eccesso di peso, moderare le porzioni di cibo e praticare attività fisica almeno 3 v/settimana, anche la camminata energica, sportiva va più che bene.


La carne rossa provoca il cancro?

La carne rossa non è da demonizzare nemmeno nei pazienti oncologici, se inserita in un regime dietetico bilanciato. Si raccomanda di non mangiare più di circa 500 grammi di carne rossa a settimana (500 grammi di peso cotto, equivalenti a circa 700-750 grammi di peso crudo in funzione del taglio e della modalità di cottura). Ciò che conta davvero è che la provenienza sia italiana e che la carne sia cotta in maniera adeguata (non alla brace, ma al forno e ancora meglio a basse temperature) e ben conservata. Riguardo le carni conservate (affettati, salumi, insaccati), si raccomanda di evitare il più possibile il loro consumo per il contenuto di sale e nitrati (da 1 a 0 volte alla settimana). Che sia chiaro, queste indicazioni valgono per tutti, a maggior ragione per i pazienti oncologici che affrontano un percorso terapeutico.

Fonte: AIRC, IEO

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